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Escursioni |
La Basilicata offre itinerari culturali e paesaggistici di notevole interesse. La città di Maratea, arroccata su un fianco del Monte S. Biagio, gli antichi borghi medievali di Trecchina e Rivello, e la splendida Certosa di San Lorenzo, dichiarata nel 1998 Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. Il territorio Lucano, inoltre, offre la possibilità di visitare incontaminati Parchi naturali come quello del Pollino e dell'Appennino Lucano.
Scopri gli itinerari più suggestivi! |
- La città di Maratea
- Antichi borghi
- Percorsi naturalistici
Antica città del Golfo di Policastro di epoca greca, è il solo tratto della Lucania sul mare Tirreno, dove si estende per circa 30 km., spettatrice ed artefice di una costa incantevole, variegata di scogli e secche, d'insenature e grotte, di grandi e piccole spiagge e merlettata di pini, ulivi, querce, carrubi ed elci.
La secolare vegetazione, che si adorna di selvaggi cespugli di rosmarino, mirto o ginestra, insegue le pendici dei circostanti monti, ora stagliandosi sul mare con la solennità degli abissi, ora degradanti sinuosi fino a sbiancarsi nella giogaia appenninica.
Arroccato su un fianco del Monte S. Biagio, il paese, sotto il drappo vetusto dei rossicci tetti, snodando i vicoli per gli antichi archi e le consunte scalinate, si protende verso il mare, sulle cui acque trasparenti e cangianti di mille colori, dallo smeraldo al turchese al pervinca, si spengono gli infuocati tramonti. Tra le quinte di un pugno di case di pescatori, acchiocciolate sull'acqua, il Porto, rifugio dei vecchi pescherecci e delle moderne barche, raccoglie le voci e i suoni di un turismo di classe, sotto lo sguardo del Redentore che sembra orchestrare, nella sua tunica bianca, il suggestivo spettacolo della natura.
« Forse in Italia non c'è paesaggio e panorama più superbi. Immaginate decine e decine di chilometri di scogliera frastagliata di grotte, faraglioni, strapiombi e morbide spiagge davanti al più spettacoloso dei mari, ora spalancato e aperto, ora chiuso in rade piccole come darsene. La separa da una catena dolomitica, tutta rocce color carnicino, punteggiata di villaggi semiabbandonati, di castelli diruti e antiche torri saracene, un declivio boscoso rotto da fiumiciattoli e torrenti e sepolto sotto le fronde dei lecci e dei castagni. »
(Indro Montanelli, articolo del 1957 su "Il Corriere della Sera") |
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Da visitare:
Il "Redentore"
La Statua del Cristo Redentore di Maratea è un'opera scolpita in marmo di Carrara, raffigurante appunto il Cristo Redentore dopo la Resurrezione. Fu voluta dal conte Stefano Rivetti di Val Cervo, che ne volle fare dono a tutta la cittadinanza di Maratea. La statua poggia su uno scheletro di cemento armato, che affonda le sue fondamenta a diversi metri di profondità. Il manto esterno, spesso circa 20 cm, è fatto di cemento armato misto a scaglie di marmo di Carrara.Le dimensioni rendono questa statua, nel genere dedicato a Cristo, la più grande d'Europa, mentre nel mondo segue solo quella di Cochabamba e di Rio de Janeiro: è alta 21,13 metri. |
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Il Castello
Il Castello è il nome con cui i Marateoti indicano la città vecchia di Maratea, sita sulla cima del Monte San Biagio. Questo antico centro, ora disabitato, nacque probabilmente in età alto-medioevale e sono presenti anche alcune tracce di insediamenti di età romana. Il soprannome Castello si deve al fatto che la cittadina fosse posta in cima ad una rupe protetta da mura di cinta, bastioni e torri che la difesero da numerosi attacchi nel 1400 ma che furono distrutti dopo la resistenza del 1806. Le difficili condizioni abitative del sito, esposto alle intemperie e alla caduta di fulmini, unite al pendolarismo dei contadini che coltivavano le terre della valle sottostante, furono i presupposti per la nascita della nuova Maratea.
La basilica di S. Biagio
Leggenda e tradizione popolare vuole che la chiesa sia nata riadattando al culto cristiano un tempio pagano, di origine incerte, dedicato alla dea Minerva. Nel 732 ricevette le reliquie del santo armeno e divenne il santuario del santo, eletto patrono della città. La festa dell'anniversario della traslazione delle reliquie di San Biagio dura un'intera settimana, dal primo sabato di maggio fino alla seconda domenica del mese.
Il "Borgo"
Il Borgo è il centro storico della città di Maratea. Si trova arroccato su un costone di roccia del monte san Biagio che lo rende invisibile dal mare, e quindi, in antichità, al sicuro dalle insidie dei pirati Saraceni.
Il "Porto"
Il porto, sito nella frazione omonima, è un apprezzato approdo del Mediterraneo. In posizione strategica nel Golfo di Policastro, può contenere oltre 500 imbarcazioni ed è dotato di vari servizi (tours ed escursioni in barca, noleggio di barche con o senza conducente). Numerosi sono i bar ed i ristoranti con cucina tipica locale a base i pesce.
Le frazioni
Oltre al "Castello" e al "Borgo", il territorio marateoto è diviso in ben 9 frazioni: Acquafredda (Fu residenza estiva del Presidente del Consiglio del Regno D'Italia Francesco Saverio Nitti e luogo del martirio del rivoluzionario Costabile Carducci), Cersuta, Fiumicello-Santavenere, Porto, Marina (vi si trovano le "Grotte di Marina"), Castrocucco e a seguire le frazioni montane di Santa Caterina, Massa e Brefaro.
Le 44 chiese
La città di Maratea è conosciuta per le tante Chiese che costellano il suo territorio, segno tangibile di secoli di forti tradizioni religiose. L'area con maggiore densità di edifici di culto è quella del Centro Storico , dove maggiore è stata nei secoli la presenza delle comunità cristiane, tuttavia non mancano emergenze isolate in zone più o meno accessibili , legate all'eremitaggio e all'esperienza dei monaci basiliani. Esistono inoltre un buon numero di chiese Minori e di Cappelle che caratterizzano strade e viuzze e nonostante siano meno importanti delle chiese principali sono comunque molto interessanti da visitare. |
Curiosità:
• Nel 2003 il Sunday Times la indicò come una delle "Dieci perle nascoste d'Europa", e nel 2006 il Financial Times la defini' una "gemma".
• Maratea è gemellata con le città di Cento, Carosino, Bolzano e Avetrana.
• Il 21 Settembre 2002 Alessandro Rigrani Lolli ha stabilito a Maratea il record mondiale di immersione in apnea.
• Il 10 dicembre 1990 il presidente della Repubblica Francesco Cossiga ha insignito il comune di Maratea con il titolo onorifico di "Città".
• E' stata la location di vari film, tra cui: "La Vedovella" con Peppino De Filippo, "A porte chiuse" di Dino Risi, "Ogni lasciato è perso" di Piero Chiambretti e "Basilicata Coast to Coast" di Rocco Papaleo. |
Rivello
Rivello, antico borgo medievale arroccato su 3 colli a 500 metri di altezza, è situato nella Valle del Noce. Il centro storico è caratterizzato dagli innumerevoli vicoli e dai tipici saliscendi di scalinate che collegano gli antichi quartieri. Al visitatore viene offerta una suggestiva e raffinata architettura di antichi portali e meravigliosi balconi in ferro battuto ornati da variopinti gerani.
Interessanti da visitare sono il Convento di S. Antonio da Padova, la chiesa di Santa Barbara e la chiesa di San Michele dei Greci, in stile bizantino e contenente un polittico di scuola napoletana del 1614.
Di grande interesse artistico è l'ex Convento dei Frati Minori Osservanti (XV sec.), al cui interno sono conservati un coro ligneo del XVII sec. opera di Ilario Montalbano ed intagli che rappresentano scene di vita e mestieri locali. Nei tempi remoti il paese era noto per la lavorazione del rame. |
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Trecchina
Chiesa di San Michele Arcangelo: costruita nel 1857, è la chiesa parrocchiale di Trecchina ed è una delle chiese più grandi della Basilicata. Si trova nel mezzo di Piazza del Popolo.
Santuario della Madonna del Soccorso: piccola chiesetta sita sulla cima del Monte Santa Maria (altitudine s.l.m. 1089m). Visitare anche la Chiesa di S. Giovanni e la Chiesa di Sant'Antonio.
DA NON PERDERE: SAGRA DELLA CASTAGNA (Mese di Ottobre) |
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Certosa di San Lorenzo
La Certosa è stata, nel 1998, dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, e nel 2002 è stata inserita dalla Regione Campania nel novero dei Grandi Attrattori Culturali. L'impianto architettonico della Certosa di Padula, si divide in due zone: nella prima rientrano i luoghi di lavoro; la seconda, invece, è la zona di residenza dei monaci. Una grande cinta muraria circondava l’enorme edificio religioso. Intorno alla corte esterna c’era la spezieria, l’abitazione dello speziale e la foresteria. Tra le mura anche il Parco della Certosa di Padula, un tempo “Giardino della clausura”. Nella Chiesa della Certosa di San Lorenzo i monaci si ritrovavano in uno dei rari momenti di vita comunitaria. Da un lato sedevano i monaci che non facevano voto di clausura; vicino al presbiterio sedevano invece i padri di clausura che lì arrivavano attraverso un passaggio interno. Di notevole interesse sono l’altare maggiore e il portone di legno di cedro, risalente al 1374. Purtroppo, nella Chiesa come in altri luoghi della Certosa, numerosi spazi vuoti testimoniano della soppressione della Certosa da parte dei francesi agli inizi dell’Ottocento, che provocò la dispersione di numerosi tesori artistici. In un angolo del Chiostro del piccolo Cimitero antico, che i padri di clausura attraversavano per raggiungere la Chiesa, vi è la Cappella del Fondatore che contiene il sarcofago cinquecentesco di Tommaso Sanseverino .
Quando questa zona della Certosa cadde in disuso, i monaci decisero di costruire un nuovo Chiostro. Quest’ultimo, detto “grande” per via delle dimensioni, fu costruito a partire dal 1583, e si sviluppa su due livelli: in basso, il portico con le celle dei padri; in alto, la galleria finestrata utilizzata per la passeggiata settimanale.
Uno scalone ellittico a doppia rampa, di stile vanvitelliano, con otto grandi finestroni, unisce i due livelli del Chiostro grande. Alla cella del Priore si giunge dopo aver superato un portone che separa la zona delle celle dei padri da tutti gli ambienti sinora descritti. Il luogo, a differenza delle piccole e austere celle dei monaci, è un appartamento di dieci stanze, caratterizzato soprattutto dall’accesso diretto ad una delle più fornite biblioteche religiose del mondo, che in passato custodiva migliaia tra libri, codici miniati, manoscritti. Una suggestiva scala elicoidale in pietra, si apre a ventaglio e porta all’antisala della grandiosa biblioteca della Certosa di Padula, della quale però restano soltanto duemila volumi. |
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Parco Nazionale del Pollino
Il Parco Nazionale del Pollino, a cavallo tra Basilicata e Calabria, è il gruppo montuoso più elevato e interessante dell’Appennino Meridionale.
Con boschi immensi che sono gli stessi da quando sono nati, gli alberi rari quali il Pino Loricato e gli animali protetti che vivono in piena libertà e armonia con gli uomini
Offre le testimonianze rupestri antiche di millenni. (Gli antichi paesi di origine albanese)
Da Maratea il Pollino si raggiunge in un’ora e mezza di automobile. Nel Parco su richiesta sono possibili visite guidate a piedi. |
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Parco Nazionale del Cilento
Il parco nazionale del Cilento è un'area protetta, patrimonio dell'Unesco, in provincia di Salerno. L'area si estende fino ai confini della Basilicata ed è facilmente raggiungibile da Maratea. La natura carsica delle terre cilentane e la conseguente ricchezza di grotte ha senza dubbio favorito la presenza dell'Uomo sin dal Paleolitico medio (500.000 mila anni a.C.). Ed è attraverso questi antichi sentieri che prese probabilmente avvio la grande avventura delle prime comunità che, senza soluzioni di continuità e per migliaia di anni, stabilirono contatti e intrecciarono scambi e relazioni con i Popoli del mare e con quelli dell'Appennino. Oggi, il parco del Cilento, offre al visitatore itinerari ed escursioni tra natura e storia. Come la valle del Mingardo. |
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Parco dell'Appennino Lucano
Il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano-Val d’Agri-Lagonegrese è un’estesa fascia di area protetta interamente compresa nel territorio della Basilicata. La sua posizione geografica ne fa un perfetto corridoio ambientale tra le due grandi riserve naturali del Parco Nazionale del Pollino e del Parco Nazionale del Cilento, al centro del sistema regionale delle aree protette. Il territorio del Parco presenta una geologia ed una geomorfologia variegate con conche tettono-carsiche, laghi temporanei, doline, grotte, sorgenti, zone fossilifere ed evidenti strutture geologiche che testimoniano i momenti salienti dell'evoluzione dell'Appennino Lucano.
Visita Grumentum: gli scavi archeologici e il museo dell’alta Val D’Agri che conserva oltre ai reperti di epoca romana, materiale proveniente dal periodo preistorico. |
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